Share

LA VALLE DEGLI ANTICHI

LA VALLE DEGLI ANTICHI

Sabato 19 Maggio alle ore 20,00, presso il Maaap – Museo Archelogico Ambientale delle Acque di Padova è stata inaugurata la mostra “La Valle degli Antichi. Alla scoperta delle nostre comuni origini indoeuropee”, personale delle grafiche realizzate dalla scultrice Alessandra Urso per il progetto del Parco Tematico del Vigenzone presso il Comune di Due Carrare (PD).

L’evento “La Valle degli Antichi alla scoperta delle nostre comuni origini indoeuropee” si configura come proposta culturale artistica nell’ambito delle attività e iniziative realizzate periodicamente dal Museo Maaap per valorizzare e diffondere il patrimonio storico e archeologico che esso racchiude e che rappresenta un prezioso anello di congiunzione intellettuale fra passato e presente, scrigno di memoria e tradizione, offerto alla città di Padova.

Il Museo ospita reperti risalenti a diverse epoche, dall’Età del Bronzo al XVIII sec.: oggetti votivi, ceramiche invetriate, vetri e monete antiche rinvenuti nel fiume Brenta e custoditi in un edificio sacro che raccoglie in sé le vestigia di un tempio protocristiano, romano e cattolico.

Temi e motivi sono tratti dal complesso di immagini e suggestioni mediate dal mondo paleoveneto: dalla popolazione e dalle usanze e caratteristiche, secondo quanto è pervenuto fino a noi, degli Eneti, antichi progenitori dei Veneti odierni, che, di matrice indoeuropea, si stanziarono nell’Italia nord-orientale diffondendovi dalla seconda metà del II millennio a. C. i propri usi e costumi, il proprio alfabeto di derivazione etrusca e latina e la propria religiosità pagana, basata sulla divinizzazione degli eventi climatici e delle forze della natura, popolo di guerrieri, cacciatori e agricoltori.

Il complesso di simboli, ascendenze e allegorie che costituisce il fulcro di questo composito impianto scultoreo-monumentale trova perciò i suoi fondamenti nello studio di questo popolo primitivo, dei suoi usi e costumi e della sua religiosità e, com’è proprio a tutta l’opera dell’artista, ad una volontà di collegamento fra passato, presente e futuro, alla ricerca degli albori della nostra vicenda umana, dell’identità e del rapporto col mondo circostante, in una visione terrena e spirituale insieme, transmorfismo di elementi e sincretismo di ascendenze preistoriche, classiche, antiche e moderne, che ne rendono raffinatamente arcaico e sorprendentemente attuale e avveniristico il linguaggio.

Vediamo pertanto raffigurate nelle grafiche esposte in questo iter visivo-emotivo all’interno del progetto: monoliti a delimitare zone di confine dei nascenti possedimenti paleoveneti, barche arenate nell’antico naufragio, conchiglie come ricordo di un tempo e di terre perdute, ciottoli simbolici dove conservare le tracce del proprio inizio, “anime” allungantesi verso il cielo come effigi di coloro che non ci sono più e che pur tuttavia continuano ad esistere in noi, “stargate”, varchi d’ingresso immaginari ad un tempo perduto e la “Dea”, madre, progenitrice, custode della fertilità, della vita e della morte, Signora degli elementi della natura e delle fiere, collegamento e vertice di tutto il sostrato ideologico.

Estendendo perciò la visione ad un più ampio ambito indoeuropeo, da cui le popolazioni enetiche stesse derivarono, si giunge alla scoperta di una comune ascendenza, che da una regione della Russia meridionale portò a successive ondate migratorie, fra il 4500 e il I millennio a. C., colonizzando vasti territori dell’Asia Centromeridionale e dell’Europa.

Vediamo pertanto raffigurate nelle grafiche esposte in questo iter visivo-emotivo all’interno del progetto: monoliti a delimitare zone di confine dei nascenti possedimenti paleoveneti, barche arenate nell’antico naufragio, conchiglie come ricordo di un tempo e di terre perdute, ciottoli simbolici dove conservare le tracce del proprio inizio, “anime” allungantesi verso il cielo come effigi di coloro che non ci sono più e che pur tuttavia continuano ad esistere in noi, “stargate”, varchi d’ingresso immaginari ad un tempo perduto e la “Dea”, madre, progenitrice, custode della fertilità, della vita e della morte, Signora degli elementi della natura e delle fiere, collegamento e vertice di tutto il sostrato ideologico.

08.05.2018 Maria Palladino, Associazione Culturale La Crose ONLUS

Share post: